Cosa si intende
per Sostenibilità
della Produzione?
Cosa si intende per Sostenibilità della produzione?
La Sostenibilità della produzione consiste nel ripensare il processo produttivo in modo smart.
Eliminando gli sprechi e riutilizzando in modo efficiente le risorse di cui si dispone è possibile non solo tagliare i costi sul lungo periodo, ma anche migliorare il ciclo produttivo.
Le richieste dei mercati sono dinamiche e possono cambiare radicalmente in poco tempo, ma un modello di business incentrato sulla sostenibilità è in grado di adattarsi velocemente ai cambiamenti con performance superiori.
Cosa si intende
per Sostenibilità
della Commercializzazione?
Cosa si intende per Sostenibilità della Commercializzazione?
La Sostenibilità della Commercializzazione riguarda il prodotto che l'azienda presenta sul mercato.
Sempre più persone preferiscono prodotti ecologici a quelli che non rispettano le regole.
Qualsiasi PMI può scegliere di proporre un prodotto migliore dal punto di vista ambientale:
un esempio può essere l'uso di Package biodegradabili .
Adattarsi prima degli altri comporterà un vantaggio competitivo che in futuro sarà sempre più difficile da colmare,
per questo è necessario sfruttare fin da subito le opportunità a disposizione della tua impresa.
Cosa si intende
per Sostenibilità
del Consumo?
Cosa si intende per Sostenibilità del Consumo?
La Sostenibilità del consumo riguarda le abitudini dei consumatori, che stanno diventando sempre più basate sull'impatto ambientale delle azioni umane.
La domanda di standard sostenibili sta diventando uno tra i più importanti criteri di acquisto
tra chi compra beni e servizi di qualsiasi tipo.
Essere in grado di soddisfare queste esigenze può aprire la strada a nuovi bacini di clienti.
Essere sostenibili è semplice
La spazzatura è una grande risorsa nel posto sbagliato a cui manca l'immaginazione di qualcuno perché venga riciclata a beneficio di tutti
Alimentazione: la scelta sostenibile
Ne abbiamo parlato con la Professoressa Roberta Capitello,
docente di Economia ed estimo rurale
all’Università di Verona, coordinatrice del progetto europeo Suschoice.
Avete recentemente avviato una vasta indagine tesa a rilevare le attitudini dei consumatori verso le scelte alimentari sostenibili, sia in forma diretta che attraverso vari stakeholder, tra cui le associazioni dei consumatori. Secondo i risultati dell’indagine, il gap fra valori e intenzioni dei consumatori e comportamenti effettivi di acquisto, dipende di più dalla difficoltà di riconoscere i prodotti sostenibili da quelli che non lo sono, o da un’offerta troppo limitata e costosa? Insomma, la sostenibilità va soprattutto prodotta di più o soprattutto comunicata meglio?
Ciò che emerge dalla nostra indagine è che per il consumatore informato, che fa della sostenibilità uno stile di vita reale, il prodotto alimentare sostenibile:
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possiede elevate caratteristiche di qualità e di salubrità
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propone un prezzo equo ma che copra tutto lo sforzo della produzione
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rassicura che chi produce sia realmente impegnato per rendere il prodotto alimentare più sano rispetto alla media
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è locale o viene trasportato e distribuito in modo sostenibile (soprattutto con un packaging sostenibile e facilmente conferibile)
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contiene elementi etici e morali
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viene consumato senza sprechi e smaltito in modo corretto
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tutto ciò va evidenziato da un segnale chiaro e unico (certificazione)
La conoscenza è il fattore determinante perché la scelta di acquisto si orienti ai prodotti sostenibili: l’informazione corretta è necessaria e la certificazione è un ulteriore strumento che rafforza la comunicazione verso il consumatore. Tuttavia, è opportuno che i criteri per la certificazione e per la qualificazione dei prodotti come sostenibili siano adottati in modo uniforme, così da offrire al consumatore una base di conoscenza attendibile. Altrimenti, il consumatore potrebbe orientarsi sul prezzo per effettuare la sua scelta: il prezzo è generalmente visto come una barriera all’acquisto, soprattutto quando il costo del prodotto sostenibile, che può arrivare a costare il 100% o anche il 200% di più rispetto ad un prodotto convenzionale, non fa capire chiaramente la reale differenza. D’altro canto, per alcune fasce di consumatori il prodotto sostenibile, con il suo prezzo più elevato, è uno status symbol, uno stile di vita: questo va sostanzialmente a snaturare il concetto di sostenibilità, ma è un trend di mercato che esiste ed è un rischio che il mercato della sostenibilità sta vivendo, se non interviene l’operatore istituzionale a dare maggiori garanzie. Se la sostenibilità è certificata meglio e anche comunicata meglio, raggiungerà il consumatore in modo efficace: oltre a incidere sulle scelte della distribuzione moderna, che tiene conto delle sue preferenze ed aspettative, il consumatore può riuscire a discernere la sostenibilità anche dal punto di vista sociale ed economico e quindi individuare i comportamenti non consoni che possono verificarsi lungo la filiera o l’intermediazione.